La telemedicina è sempre più utilizzata anche al policlinico Santa Maria alle Scotte. La Dermatologia, diretta dal professor Michele Fimiani, nel 2011 ha assistito a distanza circa 200 pazienti over 70, con difficoltà motorie e residenti in zone distanti dalle Scotte. “La teledermatologia – afferma Fimiani – è oggi una realtà nella nostra struttura e rappresenta una soluzione che, sfruttando la rete Internet e i dispositivi informatici, come computer, smartphone e tablet, consente di mantenere costanti contatti con quei pazienti che hanno difficoltà a recarsi dallo specialista di persona, perché anziani, allettati o impossibilitati da altre motivazioni. Questa metodica non può e non vuole sostituire, naturalmente, la tradizionale visita medica che rimane momento fondamentale nel rapporto medico-paziente. Può però risultare molto utile non solo per affrontare alcune particolari situazioni ma soprattutto per creare una nuova modalità di interagire tra professionisti e familiari nell’interesse della persona malata”. La dermatologia, in quanto basata prevalentemente sull’osservazione diretta della morfologia delle manifestazioni cutanee tipiche delle dermatosi, permette di sfruttare in modo ottimale le possibilità che la telemedicina offre. “La possibilità di collegarsi in tempo reale con i pazienti – aggiunge il professor Pietro Rubegni, dermatologo – rappresenta un indiscutibile vantaggio per prevenzione, diagnosi e controllo di tumori della pelle, come il melanoma e, in particolare, per l’assistenza agli anziani con patologie cutanee. Inoltre è possibile sfruttare la connessione per ottenere a distanza, da un altro specialista, un ulteriore parere medico. Numerosi studi hanno dimostrato un elevato grado di concordanza tra diagnosi e terapia prescritta, utilizzando la telemedicina, e diagnosi e terapia, fornite a seguito di un contatto faccia a faccia tra paziente e medico”. Questi risultati confermano l’attendibilità di questa metodica, facile da applicare in mani esperte e a basso costo, e prospettano la possibilità che la telemedicina possa diventare un utile strumento per migliorare l’efficienza della continuità assistenziale.