Cenni (Pd): “I pendolari toscani devono poter contare sul diritto alla mobilità”

Ennesimo colpo basso per i pendolari del senese che ogni giorno si spostano verso Roma per ragioni di studio e di lavoro? Non abbiamo ancora comunicazioni certe, ma le associazioni e i comitati dei pendolari, nonché alcuni organi di stampa locale, hanno denunciato, allarmati, la soppressione, dal prossimo 11 dicembre, dell’unico treno ad alta velocità che parte dalla capitale in tarda serata, consentendo ai pendolari di poter essere a casa in appena un’ora. La notizia ci arriva ad oggi soltanto dai pendolari, che in passato però hanno dimostrato di avere ragione su alcune indiscrezioni ferroviarie. Per questo chiediamo al nuovo Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di fare luce sulla vicenda, verificando le notizie emerse e, in caso fossero vere, prendendo provvedimenti per garantire il diritto alla mobilità per i pendolari”. Commenta così Susanna Cenni, deputata toscana del Partito democratico, l’interrogazione presentata insieme ai parlamentari Donella Mattesini, Carlo Emanuele Trappolino e Rolando Nannicini, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, in relazione alle notizie emerse negli ultimi giorni sulla soppressione del treno veloce che parte alle ore 20.15 da Roma in direzione Firenze, con sosta nelle stazioni di Orvieto, Chiusi e Arezzo.

La tratta ferroviaria ad alta velocità Roma-Firenze – continua Cenni – rappresenta un’infrastruttura strategica per l’intero centro Italia, utilizzata ogni giorno da centinaia di passeggeri che partono dalla stazione di Chiusi per raggiungere Roma per ragioni di studio o di lavoro. Sopprimere il treno della tarda serata, l’unico ad alta velocità rimasto attivo finora, significa privare i pendolari di un trasporto pubblico su rotaia efficace e, dal momento che l’infrastruttura viaria in oggetto è di proprietà dello Stato, e quindi sovvenzionata dai contribuenti, ci dovrebbe essere un maggiore impegno per promuovere il diritto alla mobilità e il cosiddetto servizio universale. Tanto più che lo Stato si è impegnato, con la delibera del 24 febbraio 2009, presentata a prima firma da Meta e Ceccuzzi e approvata dalla Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei Deputati, a intraprendere tutte le iniziative volte a confermare le attuali fermate del servizio Eurostar e Intercity nelle stazioni di Arezzo, Chiusi e Orvieto”.

Le indiscrezioni trapelate dai pendolari – conclude Cenni – sembrano trovare una prima conferma nella riduzione del personale della stazione di Chiusi, di cui ha dato notizia qualche giorno fa la stampa locale, e sembrano essere confermate anche consultando il sito di Trenitalia, dove nella sezione informazioni sugli orari, dopo l’11 dicembre non si trova più il treno a rischio di soppressione. Chiediamo quindi al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di fare luce sulla vicenda, chiarendo la veridicità o meno di tali indiscrezioni e, nel caso esse siano vere, di procedere con provvedimenti urgenti per rispettare gli impegni assunti dal Governo con la risoluzione approvata nel 2009. Continuare a sopprimere i servizi di mobilità in tratte strategiche come quella che collega Roma a Firenze, attraversando un bacino di utenza vasto e diversificato che attraversa le province di Siena, Arezzo, Terni, Grosseto e Viterbo, rappresenterebbe infatti un duro colpo per i pendolari, ai quali sarebbe limitato il proprio diritto alla mobilità, senza contare i danni che potrebbero essere arrecati allo sviluppo sociale, economico, produttivo e occupazionale dei territori interessati”.