Siena, negozi chiusi e tasche vuote per le famiglie. “Serve una defiscalizzazione per le attività”

Dal pre-covid sono oltre mille le partite iva che hanno chiuso in provincia di Siena.

La stima è di Leonardo Nannizzi che ha sottolineato “l’enorme difficoltà” nel sostituire i negozi che fanno scendere definitivamente i propri bandoni. Un problema questo che si è tradotto nello scenario desolante dei fondi sfitti che hanno ormai riempito il centro storico.

È da qui che parte la richiesta del presidente di Confesercenti Siena: “Basterebbe un minimo di volontà per creare una regia unica che possa lavorare su pacchetti ad hoc capaci di attrarre i vari turisti in modo da dare respiro ai negozi”. Il vertice locale dell’associazione dei commercianti parla per commentare la nota che la stessa Confesercenti ha pubblicato a livello nazionale.

In Italia, nella prima metà del 2023, è calata di venti miliardi di euro la quota di risorse destinata al risparmio delle famiglie. Ad incidere sul dato è la quota di debito pubblico pro-capite, salita a 48mila euro. E a questa si somma il debito privato che nel 2023 dovrebbe assestarsi a 11500 euro.

Il mix porta ovviamente ad una perdita di potere d’acquisto e si riflette anche nei consumi, pure a Siena e provincia. “Credo sia necessaria una defiscalizzazione delle tasse per le aziende – prosegue Nannizzi -. Adesso è giusto mettere i soldi nelle tasche dei dipendenti per fare girare l’economia e far stare le persone meno in difficoltà. Ma la spesa non può raddoppiare per le nostre realtà”.

Mar. Cri.